Mentre all’ altro capo di Milano fans e no accorrevano ( non numerosissimi, pare…) al live di Prince, in un piccolo ma accogliente locale chiamato “La Salumeria della Musica”, circa duecento persone hanno tributato a Ryan Bingham ed ai suoi Dead Horses il giusto affetto e calore, ricambiati da un grandissimo concerto
Già passato in città a gennaio con un trionfale concerto al Rolling Stone, Bingham è al momento il più giovane ( ed il più talentuoso ) esponente del country rock, genere musicale che, fatto salvo uno zoccolo duro di appassionati (per fortuna in aumento), non ha mai fatto troppa breccia nei cuori e nei timpani italiani, complice forse anche il fatto che nessun colosso del genere ( fatto salvo per quei grandissimi gigioni che sono gli ZZTop o per Kris Kristofferson, venuto per la prima volta in Italia l’ estate scorsa dopo oltre 40 anni di concerti in giro per TUTTO il mondo!) è mai sbarcato nei nostri lidi, fermandosi quasi sempre alle porte dell’ Italia. È quindi con molto piacere che si corre a dare il bentornato a Bingham ed alle sue canzoni. L’ occasione è data dalla pubblicazione di Junky Star, il nuovo album dove, addolcite parzialmente le sonorità rock del precedente Roadhouse e affiancato da uno dei produttori più quotati nel campo, quel T-Bone Burnett che solo nell’ultimo anno ha prodotto - giusto per fare qualche nome - John Mellencamp, Elvis Costello, Jakob Dylan e Willie Nelson, Ryan si avvicina a suoni più roots. Il timore era che questa parziale inversione musicale potesse sì dare ancora più profondità a dei testi già ottimi ma, di contro, che potesse smorzare la carica energica che il nostro ha nella dimensione live. Il concerto ha subito fatto sparire ogni dubbio.
Dopo un breve opening act di Liam Gerner, giovane folksinger adattissimo a preparare il terreno, Ryan e il gruppo entrano in scena alle 22,30 passate e subito, con pochi accordi e una voce giovane ma già perfettamente “in ruolo”, mettono in chiaro quel che sarà il resto della serata: rock, sudore e polvere. Che Bingham ne sappia molto di tutti e tre è fuor di dubbio, con un passato trascorso nei rodei in Texas, e non esita a dimostrarlo dal vivo. Veniamo così investiti, già subito in apertura, dal rock potente di Day Is Done, da Roadhouse Sun, subito seguita dal “salto indietro” di Dollar A Day. Pur avendo alle spalle “ solo” tre album - sei, se vogliamo contare i primissimi lavori, autoprodotti e introvabili Wishbone Saloon, Dead Horses e Lost Bound Rails – il materiale dal quale attingere per un grandissimo live set c’è tutto e quindi ecco scorrere, in ordine sparso, da Junky Star ( al quale spettano per lo più le ballads “intimiste” ) Hallelujah, Junky Star, Strange Feelin’ In The Air e la splendida Depression. A tenere alta la gradazione rock ci pensano comunque tra gli altri, oltre ai già citati pezzi di apertura, Self Righteous Wall e, prima dei bis, l’ elettrica Direction Of The Wind. Dopo una breve pausa Ryan torna sul palco da solo per i bis a sola voce, chitarra ed armonica. Ed è qui, da un paio di canzoni, che ci si accorge che in Bingham convergono tutti i temi e tutte le sonorità che, a partire dal più oscuro songwriter americano dell’ 800, passando per Woody Guthrie, per Bob Dylan, per Springsteen, Steve Earle, Johnny Cash e mille altri più o meno (s)conosciuti, hanno reso grande questo genere di musica. Bingham incarna e prosegue la tradizione nel migliore dei modi. È fra gli applausi entusiasti, quindi, che Ryan infila una Southside Of Heaven da brivido e a seguire la delicata The Weary Kind ( dalla colonna sonora del film Crazy Heart dove compare anche come attore, in compagnia dei Dead Horses, a fianco del countryman in disfacimento Jeff Bridges) con la quale si è portato a casa un Oscar ed un Golden Globe come miglior canzone. Ma un concerto di tale potenza non può finire in calando e così fuori ancora tutti i Dead Horses per una indiavolata e lunghissima Sunshine, a chiudere la serata fra urla, applausi e fischi di entusiasmo…ma è Milano o è il Texas??
Setlist
DAY IS DONE
DOLLAR A DAY
TELL MY MOTHER I MISS HER SO
JUNKY STAR
STRANGE FEELIN' IN THE AIR
DEPRESSION
BLUEBIRD
HALLELUJA
SELF RIGHTEOUS WALL
DIRECTION OF THE WIND
Bis
SOUTHSIDE OF HEAVEN
THE WEARY KIND
SUNSHINE